Morti sul lavoro, nel 2021 strage fermata dallo smartworking
Morti sul lavoro in Italia: 772 decessi. Il 2021 non è ancora finito e questi sono i dati dell’INAIL, che mostrano un quadro a tinte meno fosche rispetto al 2020, in cui si sono registrate ben 1.538 morti bianche. Un calo che non deve però trarre in inganno: il dato è infatti fortemente influenzato dall’incidenza della pandemia. Che ha a lungo impedito il normale svolgimento delle attività lavorative, “salvando” molti operai costretti a casa. Nonostante ciò, comunque, il numero di infortuni è aumentato.
“Siamo ancora lontani dalla cultura della sicurezza nel luogo di lavoro” dichiarano i sindacati. “Il dramma delle morti sul lavoro si sta sottovalutando. Oramai è chiaro”.
Definite anche “morti silenziose”, per i sindacati “il vero silenzio è quello che riempie il tempo che intercorre tra un triste evento e quello successivo”.
“È un aggettivo che è un vero controsenso: altro che morti bianche! Perché se è vero che non è la mano che direttamente uccide, è la mano che non rispetta quelle norme di sicurezza a far sì che accadano questi tragici eventi. Invece sono morti rosse perché hanno il colore del sangue, come ha detto recentemente il nostro segretario Bombardieri. Il termine bianco è secondo me un qualcosa che si tramanda da secoli, perché si tenta di rimuovere queste morti come fosse un evento che è meglio dimenticare e c’è chi ha interesse affinché questi incidenti vengano dimenticati quasi, paradossalmente, fosse colpa della vittima”.
Le morti in Sicilia
In Sicilia sono state vittime l’operaio Angelo Giammanco (67 anni) durante ristrutturazione di una palazzina privata di Cinisi, in via Venuti, cade da un’impalcatura di 4 metri; Salvatore Ada (55 anni) morto nel cantiere del viadotto Ritiro, lungo l’autostrada A20 Palermo-Messina, impiegato della “Toto Costruzioni”.
Di Gabriele Giandinoto e Claudio Malvica