Fallimento del Catania: storia di una morte annunciata
La sentenza depositata in tribunale nella tarda mattinata di ieri e’ una pietra tombale. La Sezione fallimentare del Tribunale di Catania ha accolto l’istanza presentata dalla Procura, chiudendo virtualmente i giochi. Non sono bastate le attestazioni prodotte dall’avvocato Augello, per conto della Sigi. La richiesta di fallimento per insolvenza reiterata, presentata dal piemme Fabio Regolo e’ stata determinante. Il tribunale ha nominato tre curatori: l’avvocato Giuseppe Basile e i dottori commercialisti Enrico Maria Giucastro e Daniela D’Arrigo, ai quali viene affidata tempraneamente la gestione del club. I curatori sono anzitutto chiamati a valutare l’opportunita’ di perseguire la modalita’ di esercizio provvisorio, con scadenza il 2 Gennaio. Condizione essenziale pero’ e’ che la Sigi versi, entro quella data, 600 mila euro nelle casse del Calcio Catania. Il mancato pagamento porterebbe chiuderebbe ogni possibilita’ di ulteriore sopravvivenza e l’uscita di scena della squadra dal campionato. L’esercizio provvisorio è, in realta’, l’unico modo che consente di avviare la procedura competitiva e dunque l’ingresso di nuove figure disposte a sostenere economicamente i costi del campionato, mantenendo cosi’ il titolo sportivo e il parco giocatori. Il debito sportivo, individuato dalla triade di professionisti che ha analizzato lo stato patrimoniale della societa’, ammonta a 2 milioni 948 mila euro alla data del 30 novembre, a fronte di una situazione debitoria complessiva che sfiora i 54 milioni di euro. Ieri sera, di fronte alla tremenda notizia del fallimento, e’ passata in sordina la sconfitta casalinga rimediata dal Monopoli. Squadra disattenta, traumatizzata dalle notizie extracalcistiche e battuta 2 a 0 dal Monopoli, in una gara raramente messa in discussione dagli uomini di Baldini.