Porticciolo di Ognina, pescatori e residenti si oppongono alla privatizzazione

 Porticciolo di Ognina, pescatori e residenti si oppongono alla privatizzazione

Anche CittàInsieme sostiene la battaglia condotta dal Comitato spontaneo “Gli amici del porticciolo di Ognina”. In una nota diramata alla stampa, l’associazione si pone con fermezza al fianco dei pescatori e dei residenti catanesi che si oppongono alla privatizzazione.

Garantire la libera fruizione del Molo di ponente e dell’intero specchio acqueo da esso delimitato – si legge nel comunicato – è quello che chiedono i cittadini da anni, ricevendo in cambio il più assoluto silenzio. Già nel 2016 avevamo rivolto una istanza alle autorità preposte senza avere ricevuto alcun riscontro. Dopo sei anni ci risiamo. In una città in cui un bene di tutti viene considerato proprietà di pochi, in una città dove le norme urbanistiche vengono continuamente violate da parte di palazzinari e speculatori, ci uniamo agli Amici del porticciolo di Ognina affinché un luogo dalla elevata valenza storica e paesaggistica venga reso fruibile a tutti e adeguatamente riqualificato. Sia cioè restituito alla dignità di una città normale quale vorremmo che fosse Catania”.

Il progetto di trasformazione in porto turistico porta la firma della società La Tortuga srl. L’azienda aveva già presentato, nel 2007, un piano di riqualificazione, ottenendo la concessione edilizia poi sospesa dal Tar di Catania (secondo il Decreto del Presidente della Regione l’area è sottoposta a vincolo paesaggistico perché “di eccezionale interesse per i riferimenti storici e mitologici, per le costruzioni pittoresche e per l’incantevole veduta”).

Desta fortissima preoccupazione la notizia dell’istanza al Comune di Catania da parte della società La Tortuga srl – afferma Mimmo Cosentino, segretario regionale di Rifondazione comunista e rappresentante del circolo Centineo – per ottenere l’allargamento della concessione preesistente nel porto di Ognina, e che comporterebbe l’uso in grande parte esclusivo, per interessi privati, della banchina storica e dello specchio acqueo antistante la spiaggetta di fronte alla chiesa. Si determinerebbe così l’impedimento della fruizione libera e gratuita di questo tratto di suolo e di mare. In particolar modo ne risulterebbero danneggiati, oltre all’intera cittadinanza, i pescatori e i diportisti”.

 

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