Marco Simoncelli – Diobò che bello!
Chi ha la passione dei motori lo sa: c’è sempre un giro di pista da fare. E quando la pista non c’è, basta inventarsela. Così Marco Simoncelli Campione del Mondo delle 250 ci porta sulle colline romagnole da cui, ancora bambino, scendeva in bici e senza mani, oppure nelle vie centrali di Riccione dove si divertiva a fare lo slalom a tutta birra fra i bagnanti estivi con la sorellina di due anni: lui sui roller, lei dentro la carrozzina. Apre la porta della Cava, luogo mitico per i motosuonati, dove i piloti professionisti – fra cui anche Valentino Rossi – e semplici appassionati si sfidano tutto l’anno per allenarsi a guidare in condizioni estreme, per poi finire a cena tutti insieme, con pane, salame e vino generoso. Quando Simoncelli fa il grande salto e diventa un pilota professionista, il suo racconto ci porta sui circuiti di tutto il mondo, dal Mugello fino ad Assen, in Olanda, o a quello mitico di Rio de Janeiro. Fra pole position, drittoni in fondo al rettilineo, vittorie e delusioni, si respira un’aria per nulla viziata dai gas di scarico. Anzi, dentro la pista e nei box c’è una vitale passione per quei matti che a cavalcioni di un pezzo d’acciaio sfrecciano ai 300 all’ora.