Blitz contro clan Palermo, in carcere boss ed estortori
I carabinieri del Nucleo investigativo del Reparto operativo di Palermo hanno notificato 11 ordinanze di custodia cautelare, di cui 8 in carcere e 3 agli arresti domiciliari con applicazione del braccialetto elettronico, nei confronti di boss, alcuni dei quali già
detenuti, gregari ed estortori del mandamento mafioso di Tommaso Natale. Le accuse per gli arrestati sono, a vario titolo, di
associazione mafiosa, estorsione con l’aggravante del metodo mafioso e tentato omicidio aggravato. L’inchiesta è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e dall’aggiunto Marzia Sabella.
La misura cautelare è stata notificata in carcere al vecchio boss Michele Micalizzi, già al vertice del clan e tornato alla guida della cosca dopo aver scontato una condanna a 20 anni. Gli investigatori si sono serviti di tecnologie sofisticate di intercettazione riuscendo, così, a superare le continue cautele messe in atto dagli indagati per sfuggire alle indagini. Ricostruite anche le strutture delle famiglie di Pallavicino-Zen, Partanna Mondello e Tommaso Natale.
Gli inquirenti inoltre hanno scoperto i canali attraverso i quali il clan comunicava con le altre cosche, accertato decine di estorsioni, svelato la presenza costante delle “famiglie” nella vita del mandamento. I boss dirimevano liti tra i cittadini e tutelavano gli interessi dei commercianti che pagavano il pizzo in cambio della protezione. Solo due giorni fa la procura di Palermo aveva chiesto e ottenuto dal gip 18 misure cautelari per esponenti del can di Resuttana, mandamento confinante con quello colpito dal blitz di oggi.
In carcere Michele Micalizzi, 73 anni, Gianluca Spanu, 35 anni, Domenico Caviglia, 47 anni, Amedeo Romeo, 47 anni, Rosario Gennaro, 57 anni, Matteo Pandolfo, 47 anni, Giuseppe Micalizzi, 42 anni, Carmelo Cusimano, 48 anni. Ai domiciliari sono finiti Giuseppe Giuda, 49 anni, Francesco Nappa, 37 anni e Vincenzo Garofalo, 37 anni.