Aeroporto di Catania, Finanza impegnata nel contrasto al contrabbando di “bionde”

 Aeroporto di Catania, Finanza impegnata nel contrasto al contrabbando di “bionde”

Nell’ambito delle attività istituzionali volte alla repressione dei reati tributari ed extra-tributari svolte quotidianamente presso l’aeroporto internazionale di Catania-Fontanarossa, sulla base di specifiche attività di analisi di rischio e di monitoraggio dei flussi passeggeri funzionali all’azione di contrasto al contrabbando extraispettivo di tabacchi lavorati esteri (T.L.E.), il personale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e i Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania hanno pianificato attività congiunte dirette a sottoporre ad un accurato screening i viaggiatori in arrivo nello scalo etneo con voli in transito o provenienti dalla Grecia. Sovente i contrabbandieri provenienti da rotte Balcaniche, al fine di eludere i controlli alla frontiera, cercano di diversificare l’utilizzo dei vari aeroporti utili per entrare in Europa, puntando a scali di Paesi ove ritengono che i controlli doganali siano meno incisivi.

Le suddette attività di analisi e controllo hanno consentito di selezionare, presso lo scalo etneo, nel periodo aprile/luglio 2024, n. 4 passeggeri, tutti di nazionalità Bielorussa di cui n. 1 proveniente da Salonicco (Grecia) con transito su Stoccarda (Germania), n. 1 proveniente da Salonicco (Grecia) con transito su Atene (Grecia) e n. 2 provenienti da Atene (Grecia). Attraverso le mirate analisi di rischio congiunte, applicative del protocollo d’intesa recentemente stipulato tra il Corpo della Guardia di Finanza e l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, è stato così possibile identificare e controllare i bagagli dagli stessi trasportati al seguito, che risultavano contenere Tabacchi Lavorati Esteri di contrabbando, sprovvisti di contrassegno di Stato. Le sigarette rinvenute sono state sequestrate, tre degli autori del reato di contrabbando tratti in arresto e posti a disposizione dell’Autorità Giudiziaria etnea e il quarto denunciato a piede libero per il medesimo reato, che prevede la reclusione da due a cinque anni.

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