Si torna a discutere di aborto in Italia.
Mentre la Francia celebra l’introduzione dell’aborto nella sua Costituzione e l’Unione Europea considera di garantire il diritto all’aborto sicuro e libero nella sua Carta dei diritti fondamentali, in Italia, il dibattito si focalizza sulla possibilità di consentire alle organizzazioni pro vita di operare nei consultori, suscitando un acceso dibattito sulla libertà delle donne di decidere sul proprio corpo.
La ginecologa Elisa Caruso, offre un’importante prospettiva su questo tema. «Prima di discutere dell’aborto, dovremmo affrontare le necessità concrete delle persone coinvolte e le strategie efficaci per ridurre il numero di aborti- afferma- Una delle chiavi per affrontare il problema dell’aborto in modo efficace è concentrarsi sulle cause sottostanti e sulle soluzioni preventive, soprattutto in Sicilia».
La Dott.ssa Caruso sottolinea l’importanza dell’accesso alla contraccezione e all’educazione sessuale nella prevenzione delle gravidanze indesiderate e delle interruzioni di gravidanza.
«Ridurre i costi dei contraccettivi e investire nell’educazione sessuale nelle scuole rappresentano due passaggi essenziali per affrontare il problema alla radice. La ricerca dimostra che una maggiore conoscenza sulla salute riproduttiva e sessuale è correlata a una riduzione delle gravidanze non pianificate e degli aborti».
La Dottoressa Caruso sottolinea: «Vietare o limitare l’accesso all’aborto non risolve il problema, ma lo rende più pericoloso. Le persone continueranno a cercare modi per interrompere una gravidanza, anche a rischio per la propria salute e vita- avverte. Vietare l’aborto non elimina la domanda, ma spinge le persone verso opzioni più rischiose e non sicure».
Le statistiche in Sicilia mostrano che la fascia di età più a rischio di gravidanze indesiderate è compresa tra i 15 e i 20 anni, sottolineando l’importanza dell’educazione sessuale nelle scuole.
I dati più recenti indicano che le giovani italiane al di sotto dei 15 anni risolvono la gravidanza con un aborto nel 93,8% dei casi. Questo dato sottolinea la necessità di intervenire preventivamente nella prevenzione e nell’accesso a contraccettivi sicuri.
«Se davvero vogliamo ridurre il numero di aborti, dobbiamo spostare l’attenzione verso strategie preventive efficaci- conclude- questo significa investire nell’educazione sessuale e rendere i contraccettivi più accessibili per tutte le persone. Solo attraverso un approccio basato sulla prevenzione e sull’empowerment delle persone a prendere decisioni informate sulla propria salute riproduttiva possiamo sperare di affrontare in modo efficace questo complesso problema sociale».