Catania, una sala del Municipio intitolata a Maria Grazia Cutuli: la proposta arriva in Giunta
Una sala intitolata a Maria Grazia Cutuli. Giornalista e donna. È l’iniziativa di quattro associazioni- Fnism-ct, Udi-ct, Femministorie e Il Governo di Lei – da tempo impegnate per le pari opportunità e contro ogni forma di violenza di genere.
L’iter per l’intitolazione di una stanza del Palazzo degli elefanti , avviato nel marzo 2023, ha infatti avuto un nuovo impulso con l’intervento del Presidenza del consiglio, Sebastiano Anastasi, che ha fatto arrivare la proposta sul tavolo della Giunta comunale per la deliberazione con la quale si propone che la sala 77, oggi contrassegnata solo da questo numero, porti il nome della giornalista catanese uccisa in Afghanistan.
Un simbolo, come spiega la professoressa Pina Arena, docente del Vaccarini e tra le promotrici dell’iniziativa e da sempre impegnata nei percorsi di genere e di educazione alla parità. “È uno spazio simbolicamente significativo, poiché ospita le commissioni consiliari e si trova nell’ala del Palazzo comunale che accoglie la Sala del Presidente e le aule dei gruppi consiliari – spiega Arena. Maria Grazia Cutuli diventerebbe così la prima donna alla quale si dedica un’aula nel Palazzo degli Elefanti, le cui sale sono state sempre e solo dedicate a uomini. Con lei le donne portano il proprio nome nella sede del municipio di Catania, nel luogo politico primo della Città”.
L’iter, avviato un anno fa con la richiesta alla Commissione Toponomastica accolta dal Presidente del Consiglio, ma differita per le imminenti elezioni amministrative, è ripartito a settembre. “Oggi – continua Arena – abbiamo saputo della nota del Presidente Anastasi, che ringraziamo, che fa sperare in una concreta e vicina risposta alla nostra domanda. Siamo fiduciose e proponiamo per l’intitolazione la data del 2 marzo 2024, il primo sabato del mese dedicato alle donne e al loro impegno. L’intitolazione di una sala del Comune ad una nobile figlia di questa città, specialmente ora, in un tempo in cui la violenza contro le donne esplode ed è necessario che ogni persona faccia la sua parte, cooperando con le altre, è un segnale forte, d’impegno condiviso dalle Istituzioni e dalla società civile, senza il quale nessuna conquista è possibile”.
Foto Fondazione Corriere