Concordia, dieci anni fa il naufragio di fronte al Giglio
Un naufragio contemporaneo. Oggi ricorre il decimo anniversario del disastro della Costa Concordia. Un evento tragicoI che costò la vita a decine di persone, scatenando il dibattito sulle grandi navi e sull’impatto di queste sulle fragili coste.
“Le vittime saranno ricordate per sempre: abbiamo istituito la giornata della memoria per il 13 gennaio, perché è doveroso nei confronti dei parenti delle vittime del naufragio. Sulla nave c’erano persone di 54 nazionalità ed è giusto che vengano ricordate per sempre” – ha detto il sindaco di Isola del Giglio, Sergio Orpelli.
Il 13 gennaio 2012 la nave da crociera Costa Concordia, parte da Civitavecchia e diretta a Savona, naufraga davanti all’isola del Giglio. La nave impatta uno scoglio, si squarcia la carena sul lato sinistro e apre una falla di 70 metri e comincia a imbarcare acqua.
Visto il fondale relativamente basso, la nave si accascia su un lato e si incaglia sul fondale. Il comandante è Francesco Schettino che abbandona l’imbarcazione. Passeggeri ed equipaggio, più di 4mila persone in tutto, si radunano sul ponte per essere evacuati. Con le scialuppe di salvataggio i naufragi raggiungono la costa, dove ricevono i primi soccorsi, ma 32 persone perdono la vita, intrappolate nella nave.
L’allarme tra i passeggeri è scattato quando a causa dell’impatto si è verificato un blackout. In un primo momento, l’equipaggi ha parlato di un problema ai generatori elettrici. Solo più tardi il comandante Schettino ha ordinato l’abbandono della nave, abbandonando lui stesso il mezzo un’ora dopo, quando però non tutti erano riusciti a salvarsi.
Le operazioni di recupero sono durate tutta la notte, ma sono morte 32 persone.
Diverse sono le vicende riguardanti le questioni giudiziarie per la Costa Concordia, a partire dal comandante Schettino, il quale sta scontando 16 anni di reclusione per omicidio colposo plurimo, naufragio colposo, lesioni colpose plurime, abbandono della nave e false comunicazioni. Secondo i magistrati, Schettino non avrebbe dovuto effettuare la manovra a tale vicinanza rispetto alla costa, né avrebbe dovuto omettere di comunicare i fatti accaduti alla Capitaneria di Porto. Ma il fatto più grave contestatogli è quello di aver abbandonato la nave, quando ancora tantissime persone si trovavano a bordo. E’ invece notizia di poche settimane fa che il Tribunale di Genova ha deciso che la Costa Crociere dovrà risarcire un naufrago a causa del danno da stress post-traumatico subito. Il risarcimento ammonta a circa 93.000 euro. A bordo della nave c’era anche un catanese, Antonello Tonna, il quale si trovava lì per lavoro, in quanto pianista.