Il Catania torna a perdersi e il Messina lo punisce: il derby lo decide l’ex
CATANIA. È una sconfitta che non può essere fatta passare in cavalleria. E non per questioni di campanile o di classifica che, comunque, resta deficitaria rispetto alle ambizioni. Ma la sberla di Messina, maturata con il più classico gol dell’ex (Emmausso che a Catania è stato di passaggio con otto partite in rossoazzurro all’attivo) rappresenta un pericolosissimo passo indietro rispetto a quanto visto nella gestione Lucarelli.
A vederla fuori dal campo, la sensazione è stata quella di non aver visto una squadra col coltello fra i denti, pronta a lottare pallone su pallone, bensì un organico smarrito e – peggio – giocare con una sufficienza ingiustificabile. La fotografia, del resto, è il gol subito nato da un disimpegno fallito da Silvestri che regala palla agli avversari che ringraziano e colpiscono senza lasciare scampo.
Ma, si badi, sul banco degli imputati non c’è l’errore del singolo: a Messina si è assistito allo svarione generale.
I padroni di casa in precedenza avevano sprecato tre volte con Ragusa mentre i rossoazzurri hanno avuto di che recriminare allo scadere della prima frazione di gara con una traversa di Deli e dalla successiva ribattuta di Dubickas, recriminando un calcio di rigore per un presunto tocco con un braccio in area peloritana. Nella ripresa sempre Dubickas – prima della rete di Emmausso – si vede sventare la gioia del gol da un intervento d’istinto di Fumagalli.
Ma è davvero troppo poco.
Il Catania ha giusto il tempo di provare a ritrovarsi: mercoledì al Massimino arriva il Pescara per i Quarti di finale di Coppa Italia.
Per potere dimenticare in fretta un Catania davvero troppo brutto, quello visto al “Franco Scoglio”, per essere vero.