Lo chef Mario Di Ferro ammette: “Cocaina agli amici, ma non sono un pusher”

 Lo chef Mario Di Ferro ammette: “Cocaina agli amici, ma non sono un pusher”

Nell’nterrogatorio di garanzia davanti al giudice per le indagini preliminare, Mario Di Ferro, il gestore del ristorante palermitano Villa Zito, ha ammesso i fatti che la procura gli contesta. Di Ferro ha confessato di avere ceduto cocaina a diversi clienti della cosiddetta Palermo bene tra i quali l’ex presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè.

Di Ferro, ai domiciliari con le accuse di cessione di sostanze stupefacenti, ha risposto per un’ora alle domande del Gip in presenza del pm Giovanni Antoci. L’indagine che ha portato all’arresto del ristoratore coinvolge anche tre dipendenti del locale, che sarebbero stati utilizzati nell’attività di spaccio e Gioacchino e Salvatore Salamone, che, secondo l’accusa, avrebbero fornito allo chef la droga.

«Facevo uso di stupefacenti, e con alcuni amici di una vita accadeva che io mi procurassi la cocaina e gliela facessi avere – ha detto oggi Di Ferro durante l’interrogatorio -. Poi loro mi davano i soldi che avevo speso, ma io non ho mai guadagnato nulla dalla cessione di stupefacenti. Era una cortesia tra persone che fanno uso di droga». Di Ferro, difeso dall’avvocato Claudio Gallina Montana, ha quindi confermato i fatti che gli contesta la Procura di Palermo smentendo però di aver guadagnato dalla cessione della droga.

L’indagato ha quindi confessato di aver consegnato la cocaina sia a Miccichè che a Giancarlo Migliorisi, ex componente dello staff dell’attuale presidente dell’Ars, mentre ha negato di aver mai dato eroina al cantante Analfino pure finito nelle intercettazioni. «Stavamo scherzando al telefono», ha spiegato. Il ristoratore ha sostenuto di aver avviato un percorso di disintossicazione.

Ieri era stato ascoltato in Procura anche lo stesso ex presidente dell’Ars che comunque non è indagato e che oggi ha diffuso una nota :«C’è chi cerca quotidianamente una verità diversa da quella reale – ha scritto il deputato regionale – Nella mia vita non sono mai scappato e non mi sono mai nascosto, tanto meno ieri. Dopo un incontro molto cordiale con il dottor Antoci, è stato lo stesso a chiedermi se avessi preferito evitare la stampa e, con infinita gentilezza, mi ha accompagnato lui stesso da una uscita del tribunale che io personalmente non conoscevo. Se qualcuno immagina di fare, anche di questo, oggetto di polemica facendone un utilizzo improprio indicandolo addirittura nel titolo con l’unico scopo di creare gossip faccia pure».

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