“Non possiamo tacere”: l’Arcidiocesi in campo con “Un cantiere per Catania”
«Oggi un giornale ha titolato “Scende in campo il partito dell’Arcivescovo”. La Chiesa scende in campo, ma non per costituire un partito, bensì per tenere lo sguardo sulla carità, che per i cristiani è la più grande delle virtù, affinché essa sia declinata in ambito sociale e politico». Le parole dell’Arcivescovo di Catania, Mons. Luigi Renna, colgono bene il senso del documento “Un Cantiere per Catania. Organizzare insieme la speranza”, stilato dal comitato “Non possiamo tacere” insieme all’Arcidiocesi di Catania in collaborazione con l’Ufficio diocesano problemi sociali e lavoro e presentato oggi – a pochi mesi dalle elezioni amministrative che interesseranno il comune etneo. «Oggi – ha proseguito l’Arcivescovo – vogliamo rivolgerci ai partiti, ai movimenti, ai candidati, affinché riflettano su quali valori vogliono costruire le loro proposte. Soprattutto, però, vogliamo parlare agli elettori, ricordando che la città appartiene a tutti, anche a coloro che in passato hanno scelto l’astensione. A questi ultimi diciamo di non rinunciare ad andare alle urne».
L’evento di presentazione si è svolto oggi presso Arcivescovado dove sono intervenuti Don Piero Sapienza, Direttore dell’Ufficio per i problemi sociali e il lavoro, il Dott. Claudio Sammartino, già Prefetto della Repubblica, Mariachiara Papa, animatrice del“progetto Policoro e Mirko Viola del Movimento Di Società Civile CittàInsieme. A moderare il giornalista Giuseppe Di Fazio.
La mattinata è stata largamente partecipata dalla cittadinanza e da figure politiche nazionali, regionali e locali, oltre che da rappresentanti di istituzioni cittadine come il rettore dell’Università di Catania. «Un cantiere per Catania” – ha spiegato il già prefetto Sammartino, che ha colto l’occasione per smentire le voci di una sua presunta candidatura a sindaco della città etnea – contiene, sin dal titolo, una perfetta sintesi del nostro obiettivo: chiamare tutti – cattolici e non cattolici – a una collaborazione per la costruzione di una visione della città che metta al centro i giovani. La nostra realtà deve avere la possibilità di creare occupazione ed essere attrattiva per loro, in modo che non siano costretti ad andare via. Futuro e giovani coincidono, sono quindi questi gli assi portanti del documento: due idee che vanno assieme e si declinano nell’idea di partecipazione, di amministrazione condivisa».
Una necessità evocata con forza anche da don Sapienza: «Nessuno vuole leggere sui giornali che la città ha un primato nella dispersione scolastica. Ci vuole un impegno corale, e per questo abbiamo voluto coinvolgere anche un gruppo di giovani». Ne è testimonianza il variegato insieme di realtà che hanno contribuito a stilare le linee guida del progetto. «La mia generazione – ha dichiarato Mariachiara Papa – è quella a cui è stato detto che qualsiasi idea di vita avessimo, sarebbe stato necessario andare via da qui. Il documento che presentiamo oggi è un primo tassello di un progetto intergenerazionale di città». Numerosi i suggerimenti indicati dai firmatari del documento per assolvere a questo compito. Tra questi, la necessità di favorire una piena integrazione tra le diverse aree della città, superando la dicotomia tra centro e periferia in una logica di alleanza tra contesti e generazioni diverse. Una direzione questa da intraprendersi in una logica partecipativa che, coinvolgendo attivamente associazioni ed enti di terzo settore, mira auspicabilmente ad applicare il modello dell’amministrazione condivisa. Un compito che, secondo i promotori dell’iniziativa, non è più possibile rimandare: «Attualmente – ha ammonito Mirko Viola – Catania non è segnata soltanto da ampi divari che individuano periferie meramente geografica, bensì da vere e proprie emarginazioni umane. Per questo, dobbiamo fare in modo che coloro i quali non hanno avuto voce fino ad ora, abbiano finalmente diritto di farla valere».